giovedì

Blade Runner

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Era il 1979 e William Burroughs scrisse il “Progetto di un film” intitolato Blade Runner. Una sceneggiatura fantascientifica che non venne mai realizzata.
Ridley Scott ne prenderà soltanto il titolo per prestarlo al suo
Blade Runner tratto dal racconto di Philip Dick, Anche gli Androidi sognano pecore elettriche?. Rileggendo questo “progetto” di Burroughs, totalmente inedito in Italia (era stato pubblicato nel 1983 da una piccolissima casa editrice e distribuito solo in Svizzera), ancora una volta ci imbattiamo nella geniale visionarietà dello scrittore americano. L’autore de Il pasto nudo e La scimmia sulla schiena, immagina un futuro prossimo da apocalissi. Vicina. Imminente. Nel 1979 scriveva di “un cancro fulminante” diventato un’epidemia capace di “abbassare tutti i livelli delle difese immunitarie”. Due anni dopo, purtroppo, il testo progettato da Burroughs è stato realizzato dalla Natura con un nuovo titolo: Sindrome d’Immuno-Deficienza Acquisita, AIDS.


Veduta di Manhattan da un elicottero…
“Il sovraffollamento ha portato sempre a un maggior controllo governativo sui privati, non sui modelli vecchio stile di oppressione e terrore degli stati polizieschi, ma in termini di lavoro, credito, alloggio, pensione e assistenza medica: servizi che possono essere sospesi. Questi servizi sono computerizzati. Niente numero, niente servizio. Tuttavia, questo non ha prodotto le unità umane standardizzate e col cervello lavato postulate dai profeti semplicisti tipo George Orwell. Invece, una larga percentuale della popolazione è stata spinta nell’underground. Larga quanto, nessuno lo sa. Questa gente è senza numero.”
Bimbi neonati ululano. Lottizzazioni, progetti di edilizia crescono.
Computers ronzano al Con Ed, I.R.S., Welfare, Medicare, Health Insurance. Schede, avvisi, conti escono a fiumi.
Un cittadino esasperato fa la valigia ed esce dalla sua casa a Levittown. Fa un mucchietto di foglie, ci sbatte sopra una pigna di schede, e dà fuoco al mucchio.
Una vecchia dall’altra parte della strada corre al telefono. L’autopattuglia arriva e gli fa una contravvenzione per aver bruciato le foglie. Mentre l’auto si allontana lui butta la contravvenzione nella cenere. Se ne va con la sua valigia.
Veduta aerea del Muro che corre lungo la 23° Strada dall’Hudson all’East River…
“Il Muro venne costruito dopo i Disordini per la Legge Sanitaria del 1984.
La Città Bassa può essere tagliata fuori e il muro guarnito di truppe nel giro di mezz’ora. Un muro simile separa Harlem dalla zona centrale di Manhattan…”
L’elicottero si sposta verso sud…macerie, edifici in rovina, terreni abbandonati. Sembra Londra dopo il Blitz. Pochi segni di ricostruzione, a parte sporadici rattoppi. Molte strade sono bloccate dai rifiuti e ovviamente intransitabili. Qua e là, miseri mercati all’aperto e orti nei terreni abbandonati. Piazze e strade affollate si svuotano di colpo senza una ragione apparente. Ci sono battelli improvvisati sui fiumi, carichi di derrate. “Con il 1980,c’era stata una crescente pressione per emanare una Legge Sanitaria Nazionale. Questa fu bloccata dalla lobby medica, con i dottori che protestavano che una simile Legge avrebbe significato in pratica la fine della professione privata e la degradazione del livello medio del servizio medico. Fu anche addotto l’argomento della gravità dello sforzo in rapporto a un’economia già precaria. Le compagnie farmaceutiche, temendo che un intervento sui prezzi avrebbe tagliato i profitti, spesero milioni per opporsi alla proposta di legge e misero annunci su intere pagine dei maggiori giornali. E soprattutto, le compagnie di assicurazione sulle strade strillarono che la Legge non era necessaria e poteva soltanto portare a un aumento di tasse per un servizio peggiore. Ecco qui il cittadino a reddito medio nel suo malandato appartamento. Il tetto non tiene e lui ha cercato per settimane di ripararlo. Il padrone di casa non fa niente. Il cittadino ha appena diviso una scatola di cibo per cani con la sua famiglia.
“Eccoci qua a pagare per mantenere i negri e i terroni e i beatniks in hotels e ospedali. Noi paghiamo per i loro fetenti vizi di droga, gli diamo i soldi per non dover lavorare, e noi? Possiamo permetterci di spendere $ 500 al mese per un letto d’ospedale? Trovano un portavoce nel Reverendo Parcival, che mette in giro un giornale noto come Il Cane da Guardia, con una striscia di fumetti: Bionda Nordica coppia porta bimbo malato a un ospedale.
Un dottore nero li sbatte sulla strada: “Inqualificabile sudiciume.”
Dà il benvenuto a un giovane portoricano che si è spellato una nocca in una zuffa.
“Entra ragazzo mio. Infermiera, un quarto di grano di G.O.M. per questo signore.”
“L’eroina venne legalizzata per i tossicodipendenti nel 1980.
La United States Health Service se ne assunse la distribuzione attraverso cliniche governative e mise in piedi un’intricata burocrazia, con polizia e investigatori che si dimostrarono totalmente corrotti.
Molte persone che non erano tossicodipendenti entrarono in questo programma e si guadagnarono comodamente da vivere vendendo le loro razioni.”
Ecco qui di nuovo Mr. Reddito Medio.
Ha un doloroso e inabilitante caso di dermatite. Ha appena finito di pagare $ 50 per una visita. Il dottore rifiuta di prescrivere codeina: “La sola cosa che posso prescrivere è l’unguento di Whitefield.”
Ed ecco una grossa e felice famiglia assistita. Bussate a qualsiasi porta di Harlem. Due ragazzi in eroina dell’assistenza, una figlia al lebbrosario federale a Carrville, Louisiana, un ritardato a Kings State, una distrofia muscolare in un programma speciale. Mamma incassa su ciascuno di loro – assegni per perdita di sostegni. Niente lavoro, niente problemi. TV a colori. Resti di un enorme tacchino sulla tavola. Mamma si concede una generosa dose del suo speciale sciroppo per tosse, per tener fuori i freddi dell’inverno.
Papà sta mangiando un gelato alla fragola. I ragazzi sono sdraiati sul pavimento a studiare opuscoli di agenzie turistiche.
Non sanno decidere se andare a Lexington per la cura estiva (“Il Country Club” è adesso degno del suo nomignolo con migliaia di boschi, passeggiate, cavalli, golf, tennis, barche, pesca tutto a disposizione degli internati), oppure a trovare Sorellina a Carrville.
“Dio mio” grugnisce Papà, “Ho un mal di testa da gelato. Fammi un’iniezione, figliolo, presto…sta passando…”
Il dottore porge al ragazzo la ricetta per l’eroina con un ghigno corrotto…
“E fa’ in modo che non ti prenda a vendere quella che ti avanza.”
Prende il telefono.
“Infermiera, quanti lebbrosi ci sono là fuori che scalpitano per Carrville?”
Il traffico in bacilli di Hansen è rampante. È ora noto come “la roba bianca”. Basta graffiare un po’ di pelle con un ago e strofinarceli su, sei mesi dopo…. Nuovi lebbrosi si riversano da un vecchio battello fluviale a pale ruotanti cantando “Casa Dolce Casa.” Altri si buttano fuori su argini desolati, con le rane che gracidano…
“Benvenuto nella famiglia Hansen. Sai che mano esperta è la mia…non mi hai mai sbalzato fuori dal programma. Possono arrestarti e rimandarti alla vita civile se non sei prudente. Be’ io maneggio la miglior roba bianca di Carrville.
Resta nel programma con l’Unguento del Doc White.”
Lungo i bayous, i laghi e i fiumi vi sono i cottages coperti di buganvillee, rose e campanule, dove languidi lebbrosi oziano – fumando marijuana e oppio dei loro giardini, iniettandosi eroina governativa, con gli aranci, i manghi e gli avocados che crescono nei cortili, prendendo pesci gatto, lucci e pesci persici dal portico di casa, o aprendo scatolette dello spaccio governativo.
Carrville è adesso un’enorme zona di paludi che si estende dal Great Thicket dell’East Texas alle Everglades della Florida. Sulle isole palustri sono celebrati strani riti. Giovani nudi con maschere da alligatori danzano davanti al Dio Gator Caprone che ha la testa di un alligatore e i piedi di un caprone.
Tempo di Mardi Gras a Carrville. Un languido giovane aristocratico passa scivolando su un battello floreale, una gamba mangiata via al ginocchio, il moncherino fosforescente nel crepuscolo che si addensa.
Una sottospecie virale radioattiva cari miei, terribilmente chic. Lagune viola dove pesci di smeraldo si tuffano in cerca della luna. Ed ecco uno stupefacente giovane lebbroso in veste di Cleopatra sul suo battello con un Marco Antonio pacioccone….
E l’intera riserva è cintata e custodita. “Così lasciamo la felice popolazione di Carrville che, mediante qualche interiore sorgente di coraggio e di forza, ha trasformato la sua terribile malattia in un soddisfacente sistema di vita.” “E per questo che io pago le tasse? Orge sessuali di finocchi e iniezioni di marijuana?”.
“Nella nostra splendida sistemazione – fornita dal cortese governo americano – noi non abbiamo da preoccuparci di stronzi come te che lavorano per vivere. Possa tu crollare nel cesso da cui sei emerso.”
Mafiosi si sporgono dalle loro Cadillac a sputare in faccia al contribuente.
“Ma chi sei, worke fore living? Ti sputo in faccia, scemo!”
E molti giovani denunciavano casi di inabilità, dicendo che non potevano coesistere con dei disgustosi barboni contribuenti.
“Mi rendono così nervoso che non sono stato in grado di lavorare. Chiedo inabilità totale e sussidio di eroina.”
“Quando la terza Legge Sanitaria Nazionale fu respinta al Senato a causa di vergognose manovre di gruppi e tattiche ostruzionistiche, scoppiarono i Disordini del 1984 per la Legge Sanitari. Si calcola che 500.000 persone siano morte soltanto a New York City e ci furono danni materiali per miliardi. Altre città annoverarono perdite di questa entità. I decessi in tutti gli U.S. arrivarono a quasi dieci milioni. Per ironia, l’alta mortalità fu dovuta in larga misura agli sforzi del governo di prevenire l’esplosione con severe misure di controllo sulle armi. La Legge Nazionale sulla registrazione delle Armi da Fuoco escluse coloro con precedenti penali o di tossicodipendenza o di malattie mentali, e tutti coloro sulle liste dell’assistenza pubblica , dalla possibilità di comprare o possedere armi da fuoco di qualsiasi tipo, compresi i fucili ad aria compressa. Questo lasciò la scontenta classe media in possesso di più armi da fuoco di qualsiasi altro gruppo.
“Facendo affidamento sulle armi ammassate e sulle simpatie della polizia e della Guardia Nazionale, i Soldati di Cristo di Parcival parlavano adesso apertamente di occupare New York e massacrare tutte le minoranze etniche, i beatniks, i perfidi drogati, finocchi e capelloni. A dire il vero parlarono troppo e spaventarono troppa gente, facendo oscure allusioni ai banchieri internazionali, a Wall Street e al Pericolo Giallo. Significava questo che gli Ebrei, i ricchi e i Cinesi erano sulla lista? Potenti figure anonime decisero che sarebbe stato prudente far trovare un’efficace opposizione ai seguaci di Parcival. Ad ogni modo un documento noto come Il Diario del Diavolo arrivò fino alle minoranze più immediatamente e specificatamente minacciate.
“Il Diario del Diavolo era stato preparato su ordinazione della CIA negli Anni’60. Conteneva istruzioni dettagliate per fabbricare armi da materiali facilmente disponibili in ogni drogheria o negozio di ferramenta: polvere nera, bombe incendiarie, più una batteria di armi biologiche e chimiche. Come produrre botulina partendo dal bouillon in scatola; come fare il gas nervino dagli sprays insetticidi; come fare clorina, nitroglicerina, fosgene, ammonio, gas arsenicato. Furono queste armi, lanciate e integrate da balestre, cerbottane, fiondi e granate a polvere nera, che causarono le impressionanti perdite.”

William S. Burroughs, 1979

(Tratto da Wuz.it)

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(William Seward Burroughs II — 5 febbraio 1914 - 2 agosto 1997)

American Boy


American Boy [Feat. Kanye West] - Estelle

Advanced Toilet

La nostra marmellata (3)

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Ente porto Messina, un dipendente e 12 membri del cda

La festa è finita? Persino in Sicilia, l'isola felice degli sprechi eterni i fondi pubblici cominciano a scarseggiare. Così dopo le pressioni di Confindustria la Regione si prepara a sciogliere il consiglio d'amministrazione dell'Ente porto di Messina. Un cda da primato: 12 membri per un ente con un solo dipendente. Il consiglio tra gettoni di presenza e indennità intasca ogni anno 130 mila euro sui 225 mila stanziati dalla Regione mentre altri 45 mila finivano in studi e consulenze. Nonostante il nome, l'ente non si occupava del porto sullo Stretto ma di una zona franca istituita nel 1952 e mai realizzata: 56 anni di soldi buttati in pasto a Scilla e Cariddi.


Ma lo spreco in Sicilia spesso va a braccetto con il potere clientelare. A Palermo si combatte tra Pdl e Udc cuffariano per i premi della Gesap, una società partecipata dal Comune. La Gesap perde mezzo milione di euro al mese ma vuole assegnare aumenti di produzione a pioggia a 70 dipendenti. Il solo cda della Gesap, secondo una denuncia del Pd, costa 506 mila euro l'anno. E alcuni giardinieri assegnati agli spazi comunali sarebbero stati promossi: sono diventati autisti di dirigenti municipali palermitani. Dal verde pubblico all'auto blu.

(Da «L'Espresso»: Spreconi.it)

La nostra marmellata (1)

La nostra marmellata (2)

mercoledì

Torture americane

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(Abu Ghraib secondo Botero)

Danni fisici e psicologici permanenti provocati da torture e abusi inflitti durante gli interrogatori: è quanto si legge nel rapporto dell'organizzazione Medici per i diritti umani (Phr), che ha condotto un'indagine su undici detenuti sospettati di terrorismo, provenienti da diversi centri di detenzione statunitensi in Iraq, in Afghanistan e nella base di Guantanamo.

Per valutare la condizione di salute dei prigionieri i medici hanno seguito gli standard internazionali in materia di tortura. Le valutazioni cliniche confermano che i soldati hanno sistematicamente inflitto umiliazioni, dolore e gettato nel terrore gli undici detenuti, che sono stati trattenuti senza un'accusa precisa. Pestaggi, elettroshock, abusi sessuali, privazione del sonno e minacce ai familiari sono solo alcune delle violenze inflitte. "I nostri risultati non vanno generalizzati, ma sono comunque in linea con altre indagini condotte in passato", spiega la Phr sul British Medical Journal, sottolineando che "è ragionevole concludere che questi prigionieri non erano i soli a subire degli abusi".

Il generale Antonio Taguba, autore dell'indagine sullo scandalo di Abu Ghraib, aggiunge che non c'è più alcun dubbio sui crimini commessi dall'attuale amministrazione statunitense. Resta da vedere se chi ha ordinato le torture ne renderà conto alla giustizia.

(Da Internazionale.it: tratto da Bmj.com)

martedì

Lilypad

Il progetto Lilypad.

Le città anfibie galleggianti e autosufficienti ideate dal belga Vincent Callebaut (da Archinect.com).

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Fotografia — Portfolio del mese

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John Strazza

Ci siamo arrivati...

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«Dal 4 agosto nelle città a dare man forte alle forze dell’ordine nel controllo del territorio ci saranno i militari...»

Leggi tutto l'articolo da il Giornale.it
Leggi L'esercito nelle città e l'inizio del controllo sociale (da Granma.cu)

venerdì

Giorgia, che andò a Genova



«Mi chiamo Giorgia sono di Padova, 7 anni fa avevo 20 anni, sono stata al G8, sono partita in realtà pensando di visitare una città che non avevo mai visto, in cui c'era un mare, di spassarmela coi miei amici, poi invece mi sono ritrovata in una manifestazione enorme che sembrava più simile ad una guerra...»

Il testo completo dell'intervista a Giorgia Partesotti su Beppegrillo.it.

giovedì

La pista di ghiaccio e di fuoco

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I
mparai a pattinare al Palais de Glace verso gli undici anni. Slupicio, il mio maestro, m'insegnò acrobazia, invogliandomi con confetti fra una prova e l'altra. Arrivai al punto da credere che non ero io che mi muovevo, bensi il pavimento che girava e veniva incontro a me. Quella sensazione era indice di quanto mi affascinasse la pista di pattinaggio e il ghiaccio, che era come uno specchio. Slupicio raddoppiava le sue esigenze; voleva che facessi la prova mortale, per esibirmi in qualche teatro, in un film o in un circo. Era difficile, ma Slupicio mi dominava. Quando mi serrava le viti dei pattini la mia volontà di ghiaccio gli apparteneva. La prova consisteva nel fatto che io mi lasciassi agganciare un piede a una staffa che terminava in una striscia di cuoio che lui reggeva con i denti, come un cane, facendomi girare a grande velocità, contemporaneamente a lui. Dapprima mi rattrappivo come un gomitolo, poi a poco a poco mi scioglievo fino ad arrivare alla velocità massima in cui mi allungavo tutta e sembravamo una trottola immobile. Le mie calze colorate e il suo cinturone blu elettrico, i sonagli della mia collana e la sua sciarpa variegata rilucevano come rilucono gli ornamenti di una trottola. Non so se mi sia mai capitato di considerare Slupicio come un uomo, forse perché aveva i capelli rossi. Quando entrava nella pista, sembrava che vi entrasse il sole. I suoi muscoli mi dolevano e le sue mani grandi mi facevano male, quando mi afferrava alla cintola per mettermi sulle sue spalle, all'inizio della prova. Faceva freddo nell'edificio, com'era naturale, ma l'esercizio sul ghiaccio riscalda il corpo, ed è per questo che mi ordinò di cambiare abbigliamento. Le calzamaglie di lana lasciarono il posto a calzamaglie di seta, poi di cotone, poi di un tessuto trasparente, che lasciava intravedere il seno e l'ombelico. In testa, il grosso berretto di pelo di coniglio, con i suoi occhietti brillanti, lasciò il posto a un turbante di seta, poi di garza. Arrivò il giorno in cui il suo capriccio giunse al colmo dell'eccentricità, visto il carattere convenzionale del Palais de Glace. Volle che facessi la prova senza vestiti.
– È diventata così comune la nudità che sarebbe meglio cercare qualche altro abbigliamento, – gli dissi.
Non volle udire ragioni. Era ridicolo vedere la mia nudità con quelle grosse scarpe bianche ai piedi. Non mi ascoltò. Il pubblico, quel giorno, mi applaudi con tanta insistenza che dovetti ripetere la prova. Mi portarono un cappotto di pelle bianca, durante l'intervallo, perché il sudore e il freddo avrebbero potuto anche farmi morire, secondo quanto detto dagli esperti in merito. Ogni volta che stavo per fare la prova mortale, mi facevo il segno della croce. Non avevo mai pensato che Slupicio fosse un mostro fino al giorno in cui tentammo la píú difficile delle prove, da soli sulla pista del Palais de Glace. Era un giorno di temporale, soltanto noi due e gli inservienti che erano venuti a pulire la sala. Volli mettermi la calzamaglia. Non me lo permise. Mi costrinse a sciogliermi i capelli e a spogliarmi completamente. Quando mi misi i pattini, mi guardò in modo strano, come se nel mio ombelico avesse scoperto la mia faccia. Poi s'inginocchiò, chiuse un occhio e mi guardò dentro l'ombelico.
– Cos'ho? – interrogai spaventata.
– Un caleidoscopio.
Facemmo la prova con maestria, e poi disse:
– Oggi inaugureremo una nuova prova.
Mi s'inginocchiò ai piedi, mi sollevò di scatto nell'aria e mi prese per la vita. Gli inservienti applaudirono. Un freddo gelido mi corse nelle vene e poi, con ritmo così lento che credetti di addormentarmi, ballammo, girando, girando fino a prendere velocità. Persi l'equilibrio. Mi sentivo morire sotto il fuoco dello sguardo di Slupicio. Da una parte il ghiaccio, dall'altra il fuoco. Ma rivivere fu una morte più grande, dopo quell'esperienza. Scappai da lui. Me ne andai a vivere in campagna dove solo la neve mi riconciliò col mondo. Il posto si chiamava La Lepre Innamorata. Pattinavo di solito su un lago di ghiaccio. Ma non conobbi mai il vero amore, perché non potevo dimenticare quella prova terribile e quel caleidoscopio.
Tornai alla città dalla pista di ghiaccio, per cadere di nuovo sotto il dominio di Slupicio. Mi sposai con lui.
La nostra vita coniugale fu come il fidanzamento. Non avevamo di che parlare. Potrei ripetere testualmente i nostri dialoghi durante i due anni di matrimonio, con un silenzio di cinque minuti tra una frase e l'altra. Primo dialogo, in un giardino:
– Come si chiama tua cugina?
– Casilda.
– Ah!
Secondo dialogo, davanti al mercato:
– Perché hai cambiato pettinatura?
– Io?
– Di certo non il cane.
Terzo dialogo, per strada:
– Mi piace la pioggia.
– A me il sole.
Quarto dialogo, sul treno:
– Quanta gente!
– Sí. Ma che puzza!
Quinto dialogo, sulla pista di ghiaccio:
– Ho paura.
– Di che?
– Non so.
– Come chiameremo il bambino?
– Iaccio.
Sesto dialogo, in automobile:
– Il pericolo protegge.
– Certo, vivere è peggio.
Settimo dialogo, in una pasticceria:
– Mi sono fatta un ritratto da sola.
– Addirittura.
Ottavo dialogo, in piazza:
– Quando arriverà la bambola?
– Bambola? Giochi ancora?
Nono dialogo, a una festa:
– Ti piace?
– Sì, no?
Decimo dialogo, sul ghiaccio:
– Sul ghiaccio tutto è bello.
– Brucia.
Mangiavamo, ci abbracciavamo, leggevamo, facevamo le parole incrociate. Io lavoravo a maglia, lui fumava pattinando, perché solo così non sentivamo la privazione delle parole che a volte ci faceva male. Quando mangiavamo nei ristoranti facevamo finta di parlare, perché avevamo vergogna di star sempre zitti. Sentivamo che saremmo morti senza averci detto nulla. Allora decidemmo di pattinare, fino a morirne, senza tregua. Ed è quanto facciamo. Dureremo poco! Quanto? Dio mio. Tutto è poco, tutto è molto.

Silvina Ocampo, 1987 (dall'antologia di racconti Y así sucesivamente)

mercoledì

22 luglio 2008: il lodo Alfano è legge...

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(Vignetta di Fricca — vai al blog)

Star Wars? No, Star Dudes...

Ovvero: la saga di Guerre Stellari in 3 minuti 3 (per episodio).

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Star Dudes (Episodio IV)


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The Bad Dudes Strike Back (Episodio V)


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Return of the Dude (Episodio VI)



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The Phantom Dude (Episodio I)

Facce da vudù

Il reportage fotografico di Alexandre Meneghini (da Repubblica.it).


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lunedì

Genova, al G8 agenti Usa pronti a sparare

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(Foto: Han Soete)

«A Genova, nel luglio del 2001, durante i giorni del G8, un contingente di militari e agenti dei servizi statunitensi era stato autorizzato all´uso delle armi sul territorio italiano, ed era pronto a sparare per fermare eventuali aggressioni ai propri rappresentanti istituzionali.
E´ una novità assoluta, quella rivelata in un documento di 20 pagine depositato pochi giorni fa nell´ufficio impugnazioni del tribunale di Genova. Si tratta del ricorso con il quale il sostituto procuratore generale di Genova, Ezio Castaldi, chiede il processo d´appello per alcuni dei 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio che, nel dicembre scorso, mentre molti vennero condannati a pene pesantissime, evitarono una sentenza più dura. Accadde perché il tribunale riconobbe ai cosiddetti "disobbedienti" coinvolti negli scontri di via Tolemaide, di essersi ritrovati in una situazione di guerriglia originata da un errore del plotone di carabinieri il quale, diretto in altra parte della città, deviò e caricò all´improvviso il corteo delle tute bianche, dando così il via agli scontri.
Castaldi, nel ricostruire quegli eventi, critica l´interpretazione del tribunale, sostiene che la maggior parte dei manifestanti presenti in via Tolemaide aveva intenzioni non pacifiche e giustifica quindi l´operato delle forze dell´ordine e dello stesso contingente dei carabinieri. Per dare forza a quest´impostazione rivela un retroscena fino ad oggi sconosciuto.
«... Le forze dell´ordine - scrive a pagina 6 - dovevano impedire che entrassero in azione, e con mezzi estremi, le forze di sicurezza degli stessi stati partecipanti al G8».
Non si parla di pochi agenti della security del presidente George W. Bush. «Dette forze di sicurezza - continua infatti l´ex procuratore di Tempio Pausania - , per lo più statunitensi, erano infatti ampiamente dislocate nella "zona rossa" a tutela ravvicinata e diretta dell´incolumità personale dei capi di Stato presenti a Genova: ed erano pronte alla reazione immediata ed armata. Su ciò nessun dubbio è possibile... »

(Massimo Calandri e Marco Preve, da Genova la Repubblica.it del 21 luglio 2008)

Dignità delle commemorazioni

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(Paolo Borsellino: Palermo, 19 gennaio 1940 – 19 luglio 1992)


«Bisogna ricordare che la mafia non è ancora vinta, e quindi non bisogna abbassare il livello di guardia e di questo credo che le forze politiche siano consapevoli.»

(Palermo, 19 luglio 2008: Renato Schifani commemora il giudice Borsellino nel giorno della strage di via d'Amelio.)

venerdì

Uno (due) su un milione

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I berlinesi Ryan e Leo.

Gemelli.

Uno bianco e uno nero.

Accade una volta su un milione (secondo i genetisti).

giovedì

Polaris



Spettrale.

Un video di Luis Palomino Benítez.

El hombre de los efectos especiales


Soy Strudel Bambumberhen, el hombre orquesta, el hombre de los efectos especiales. Mi nombre, en sí mismo, es una onomatopeya cacofónica, un efecto especial, entre máquina averiada que estornuda y elefante dentro de una cacharrería. Me dedico a los efectos especiales de sonido en toda su extensa gama y en todo tipo de grabaciones y eventos: radiofónicos, teatrales, cinematográficos, televisivos, titiriteros, funanbulescos... No necesito un instrumental muy sofisticado, ¡todos los sonidos imaginables que conozcan ustedes, están aquí, dentro de esta maleta!: lluvia, viento, pasos, galope de caballos, chirridos de puertas, portazos, relojes, tambores, timbales, grifos, cadenas que se arrastran, pajaritos, ranas, tormentas, truenos, ronroneos, suspiros, espirridos.

¡Miren, miren dentro de la maleta, para que vean!: tictac, tictac; cric, cric; clic, clic; zzzz, zzzz; guau, guau; ja, ja, ja; ji, ji, ji; hi, hi, hi; pipí, pipí; popó, popó; pupú; kikirikí; tachín, tachín; ¡ax, ax! (en desuso); ninó, ninó; ¡hu! ¡hu! ¡hu!; bla, bla, bla; muu, muu; tris, tras; tras, tras; ñaca, ñaca; fru, fru; muá, muá; muuuuuuá; ¡fos!; ¡puf!; buu; ssss, ssss; cataplón; plom; brrrum, brrrum; ¡uf!; uuuuh; tchssss, tchssss; cloc, cloc; ox, ox (ridículo); ¡uh!; plaf; talán, talán; tilín, tilín; cuá, cuá; tararí, tararí; ¡hummm!; chin, chin; beeee, beeee; suculúmmm; ¡aaaaaah, ooooooh!; gluglú; glup, glup; uyuyui; ¡achís!; ¡ayayay!; miau; fú, fú; cof, cof; ¡ejem, ejem!; ¡evohé! (cultismo); sssssshhhhh ¡pom!; iiiaaiieekkk; cucú, cucú; huaaauugg; plas, plas; raaam, raaam; ajijiiiií; pum, pum; pin pan pun; ¡toioioinnnggg!; rin, rin; booooooooom; toc, toc, toc; ratatatatatá; pío, pío, pío.

Estoy en paro.

Juan Yanes

Dallo splendido blog di Juan Yanes Máquina de coser palabras

Stiamo fallendo

Stiamo fallendo.

Noi — l'Occidente.

Ma nessuno ce lo racconta.

Il crack del colosso bancario americano IndyMac e la storia di Fannie e Freddie.


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(Correntisti alle filiali della IndyMac Bank di Encino e Pasadena — foto dal sito del «Los Angeles Times»)

mercoledì

Perle di saggezza

«La pedofilia è incompatibile con il sacerdozio.»

(Papa Benedetto XVI in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù a Sydney)

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Uh, ma dài... le giraffe proprio non lo sapevano...

martedì

Un'altra grande settimana per l'informazione italiana

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«Buongiorno a tutti. Questa è stata un'altra grande settimana per l'informazione italiana. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona c'era poca gente, mentre Piazza Navona era piena l'8 luglio. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona si è fatto un grosso favore a Berlusconi, poi Berlusconi ha smentito chiamando spazzatura chi ha manifestato contro di lui. Sono riusciti a raccontare che in Piazza Navona si è insultato e vilipeso il Capo dello Stato, il capo di uno Stato straniero cioè Papa Ratzinger, il povero Veltroni. Invece ci si è dimenticati di parlare dell'argomento che aveva dato il via alla manifestazione cioè le leggi canaglia e, in realtà come tutti sanno, si è parlato quasi esclusivamente di Berlusconi, del Caimano e delle sue leggi canaglia e se si è parlato di altri è perchè gli altri sono i suoi volontari o involontari alleati e aiutano meglio a spiegare la sua resistibile terza ascesa o meglio seconda resurrezione. Ci hanno raccontato che la gente scappava spaventata da Piazza Navona invece non se n'è andato nessuno. Che la gente non applaudiva, mentre in realtà applaudiva entusiasta. E alla fine ci hanno raccontato che per il cittadino italiano le priorità non sono queste, il cittadino italiano se ne infischia della giustizia, della legalità, della legge uguale per tutti...»

Marco Travaglio, I maiali sono più uguali degli altri (leggi tutto)

lunedì

La guerra prossima ventura

All'improvviso si levano nei cieli...
... falsi missili iraniani e falsi caccia israeliani

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venerdì

Risvegli postcomunisti

Stacca la spina, non provare a staccare la spina.

Ovvero: la spina sì, la spina no, la spina dei kaki.

Mentre i cattolici — forse anche per esorcizzare lo spettro di quei «diavoloni frocioni attivissimi» visti volare in piazza Navona — continuano a giocare con la povera Eluana Englaro, da 16 anni in stato vegetativo irreversibile, ecco dalle pagine di «Avvenire» dell'11 luglio spuntare la fondamentale testimonianza del ferroviere polacco Jan Grzebski (i miracoli esistono!):

La storia di Jan: sveglio dopo 19 anni

la vicenda
Il ferroviere polacco entrò in coma nel 1988, in pieno comunismo, si risvegliò nel 2007


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DA MILANO LUIGI FERRAIUOLO

Non sia mai detto che una persona in coma sia destinata solo alla morte. Basta ricordare, per chi ha memoria, il caso – assai cinematografico, tanto che rammenta il film Goodbye Lenin in cui una donna va in coma con il Muro di Berlino in piena efficienza e si risveglia dopo la sua caduta – ma molto istruttivo di Jan Grzebski: ferroviere polacco di 65 anni, risvegliatosi dal coma nel 2007 dopo 19 anni.

Molti di più di quelli d’immobilità di Eluana Englaro, pur con le dovute differenze e analogie. Costretto all’immobilità dopo un incidente nel 1988 – in piena Polonia comunista del generale Jaruzelski – a Grzebski i medici avevano dato, al massimo, 2 o 3 anni di vita. Ma la moglie Geltrude aveva creduto nel suo risveglio. E ha avuto ragione. «Mia moglie Gertruda mi ha salvato, non lo dimenticherò mai» disse Grzebski, intervistato dalla tv polacca, a giugno dello scorso anno, poco dopo il risveglio. E per spiegare meglio la situazione, i medici del ferroviere chiarirono: «Per 19 anni la signora Grzebska ha svolto il lavoro di un team esperto di terapia intensiva, cambiando ogni ora la posizione del marito in coma per prevenire piaghe da decubito». La signora Geltrude dunque è stata capace di salvare il marito, contro ogni apparenza. Ma con Eluana forse questo non accadrà.


La chiosa poi — le giraffe sono tutte d'accordo — è addirittura eccezionale:

A pochi giorni dal risveglio il ferroviere polacco, comunque, era riuscito a percepire gli epocali cambiamenti vissuti in 19 anni dalla vecchia Polonia: «Quando sono entrato in coma c’erano solo thè e aceto nei negozi, la carne era razionata e c’erano ovunque code per la benzina. Ora vedo la gente in strada con i cellulari e c’è così tanta merce nei negozi che mi gira la testa». E poi gli erano nati ben 11 nipotini.

giovedì

Una canzone d'amore




There used to be a greying tower alone on the sea.
You became the light on the dark side of me.
Love remained a drug that's the high and not the pill.

But did you know,
That when it snows,
My eyes become large and
The light that you shine can be seen.

Baby,
I compare you to a kiss from a rose on the grave.
Ooh,
The more I get of you,
Stranger it feels, yeah.
And now that your rose is in bloom.
A light hits the gloom on the grave.

There is so much a man can tell you,
So much he can say.

You remain,
My power, my pleasure, my pain, baby
To me you're like a growing addiction that I can't deny.
Won't you tell me is that healthy, baby?

But did you know,
That when it snows,
My eyes become large and the light that you shine can be seen.

Baby,
I compare you to a kiss from a rose on the grave.
Ooh, the more I get of you
Stranger it feels, yeah

Now that your rose is in bloom.
A light hits the gloom on the grave,

I've been kissed by a rose on the grave,
I've been kissed by a rose
I've been kissed by a rose on the grave,
... And if I should fall along the way
I've been kissed by a rose
... been kissed by a rose on the grave.

There is so much a man can tell you,
So much he can say.

You remain
My power, my pleasure, my pain.

To me you're like a growing addiction that I can't deny, yeah
Won't you tell me is that healthy, baby.

But did you know,
That when it snows,
My eyes become large and the light that you shine can be seen.

Baby,
I compare you to a kiss from a rose on the grave.
Ooh, the more I get of you
Stranger it feels, yeah

Now that your rose is in bloom,
A light hits the gloom on the grave.

Yes I compare you to a kiss from a rose on the grave
Ooh, the more I get of you
Stranger it feels, yeah

And now that your rose is in bloom
A light hits the gloom on the grave

Now that your rose is in bloom,
A light hits the gloom on the grave.

Seal, Kiss From A Rose, 1994

La paura del buio

Terrore antichissimo.

Neppure le giraffe ne sono estranee.

Ma ora rifiatano — almeno un pochino.

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Il sito di Sabina Guzzanti è di nuovo visibile:

«carissimi,
finalmente riesco a collegarmi. come sapete il sito è stato oscurato. degli hackers non caserecci, hanno messo le mani nel sistema e solo dopo ore di
lavoro i tecnici sono riusciti a farlo riapparire.
vi ringrazio e sono felice di leggere i vostri messaggi. siamo uniti siamo tanti e ci stiamo pure facendo delle belle sane risate.
non è sempre commovente riscoprire quanto siano potenti le parole? quanto poche verità riescano a mandare in tilt castelli di bugie costruti da tanti, in anni di lavoro?
non ve la prendete per le porcherie che scrivono i giornali.
»

mercoledì

Sta calando il velo (?)

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Dopo la manifestazione del No Cav Day e — soprattutto — dopo l'intervento di Sabina Guzzanti.



Sabina Guzzanti: prima parte

Sabina Guzzanti: seconda parte

Il sito della Guzzanti attualmente non è più accessibile (provare per credere).

Le giraffe avvertono una certa inquietudine.

martedì

Energia rinnovabile

La vittoriosa esperienza dell'isola danese di Samsø.

Come passare all'energia rinnovabile in appena dieci anni.

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Elizabeth Kolbert su «The New Yorker»

La storia delle cose

In parole chiare e semplici Annie Leonard ci spiega come e perché stiamo finendo contro un muro.

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lunedì

Nuvole di parole

Wordle è un'applicazione on-line creata da Jonathan Feinberg che permette di creare immagini (più esattamente: «nuvole di parole») a partire da testo, indirizzi web, eccetera.

L'effetto comunicativo è immediato e efficace.

Anche le giraffe ci hanno provato con se stesse, ed ecco:



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Conclusioni:

  1. inquietante l'accostamento información-Berlusconi (vicino a guerra)
  2. altrettanto inquietante memoria e Cultura che tentano di scansare Silvio
  3. bello Aportar accanto a democrazia
  4. una grande presenza spagnola