venerdì

Gioire con prudenza

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(Foto: Igor Molochevski)

«Obama è un nero, d’accordo, ma coi neri d’America, col loro colore, stile di vita, linguaggio, e condizione sociale ha ben poco in comune. Innegabile il primato di un nero alla Casa Bianca, ma guardiamo oltre, per favore. E la prima cosa che si osserva è che un’attenta lettura del programma di Barack Obama lascia una sorta di vuoto mentale e nessuna idea precisa. Dalla Sanità alla politica estera, dall’economia alla scuola, veniamo trascinati attraverso una serie di proclami talmente generici da produrre un unico possibile interrogativo: ma che significano in pratica? Soprattutto (...), dove sono le risposte del senatore Obama ai temi più cruciali della politica americana, ovvero ai temi più vergognosi della sua politica estera? E cioè: lo strapotere delle lobby economiche e di quella ebraica nelle stanze che contano a Washington, che il suo programma solo vagamente tratta; la politica scellerata oltre che immorale sul Medioriente, all’insegna di un incredibile sistema di due pesi e due misure nei rapporti con Israele/Emirati/ArabiaSaudita e a sfavore di chiunque altro; il sostegno americano alla repressione in Colombia, che nel nome della lotta alla droga sta assassinando la società civile attiva di quel Paese, e la rapina storica che le multinazionali statunitensi pretenderebbero di perpetrare ancora su milioni di campesinos in miseria, per giungere alla continua interferenza americana negli affari interni di tutta l’America Latina; la vergogna dell’embargo economico contro Cuba; il dramma dell’abbandono sanitario di 44 milioni di cittadini statunitensi che invocano (assieme a milioni di altri) un sistema sanitario nazionale gratuito basato sulla tassazione pubblica, e non mezze misure dove al centro stanno comunque le solite compagnie assicurative; il problema degli accordi di libero scambio commerciale che stanno uccidendo masse di posti di lavoro negli USA mentre creano posti di lavoro da schiavi nei Paesi aderenti (sempre Terzo Mondo); la fine del balletto vergognoso del rispetto selettivo delle regole internazionali che Washington adotta come politica standard da 50 anni, e cito le regole del WTO, del NPT, della Biological Weapons Convention ecc., e il rispetto delle sentenze delle corti internazionali come la Corte Internazionale di Giustizia, o il Tribunale Criminale Internazionale, o ancora il rispetto delle Convenzioni di Ginevra e dell’Habeas Corpus; il ritiro della presenza militare americana dall’Iraq intesa come ‘ritiro’, e non la farsa del ritiro di truppe spicciole che lasciano però sul terreno le più sofisticate basi militari americane al mondo; la Guerra al Terrorismo, come mezzo per la disseminazione di quelle basi in posti chiave per le risorse necessarie all’America; la fine delle leggi liberticide che l’amministrazione Bush ha passato con la scusa della Guerra al Terrorismo; la stagnazione degli stipendi medi americani da oltre 30 anni e la povertà a livelli scandalosi per il Paese più ricco del mondo, che non beneficeranno certo di qualche taglio alle tasse o donazione per un gran totale di 50 miliardi di dollari, mentre il budget per la difesa rimane di 700 miliardi di dollari l’anno; l’esplosione di una finanza speculativa fuori controllo che tiene oggi tutto il Pianeta sotto la spada di Damocle di 540 mila miliardi di dollari in prodotti derivati che fluttuano all’impazzata e senza controlli, una bomba atomica sotto ogni letto di ogni cittadino del mondo. E sono molti altri i temi pressanti su cui Obama ha detto da troppo poco a sostanzialmente nulla...»

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