Il tempo finisce sempre per passare…,
è solo questione di tempo.
Jorge Wagensberg
è solo questione di tempo.
Jorge Wagensberg
Percezione
Lo angoscia guardare l’orologio. L’orologio è cosciente di questa sua angoscia e si ferma. Il tempo si trattiene. Ma non esistono altri paradisi se non i paradisi perduti, e così l’orologio, compassionevole, torna a segnare la fuga delle ore.
Deleterio
Lui sa che il tempo non è una linea. Lui sa che il tempo si ritorce, si acciambella, gira, si curva su se stesso. Allora è quando cade sopra l’aculeo distale dello scorpione, sul suo veleno.
Il bambino con la conchiglia
Prima il tempo non c’era. Allora il bambino poteva tirar fuori l’acqua del mare con una conchiglia, e svuotarlo. Soltanto la sua morte, repentina, trasforma l’opera in un esercizio sterile, e affretta castigo e assoluzione.
Foglie d’acanto
Non poteva toccare le foglie della memoria perché era un dolore vivo, tagliente. Che dolore?, domandò. Quello del tempo, disse. Il tempo del dolore della memoria che se ne sta immobile sotto le foglie d’acanto.
Rovesciamento
Le lancette degli orologi cominciarono a girare all’indietro. Il tempo smise di passare, non ci fu più futuro e le cose presero a muoversi verso il passato. Smise di esistere il corso del mondo. Tutto iniziò a indietreggiare e, come in un brutto sogno, restammo a galleggiare nel liquido amniotico dell’universo, dentro un tempo rovesciabile.
Clessidra
Il corpo si sviluppa e va in rovina con il tempo della clessidra ad acqua. Quindi la afferra con le mani e la scaglia a terra identico a colui che spezza la colonna vertebrale al messaggero. Appare il tempo come una successione acquosa di perplessità che scorre in modo iniquo.
Tempo trattenuto
Le foto, sì. Le foto conservano volti e oggetti trattenuti. Istanti di luce congelati… la pelle così liscia del viso della nonna. Ma la carta non ha potuto sopportare il peso inesorabile dei giorni, e via via ha acquisito tutte le gradazioni del pallore, fino al seppia. Il tempo continua, cieco, il suo lavoro di devastazione.
Quello che gioca con il tempo
Lui è l’unico che gioca davvero con il tempo. Lo accorcia, lo interrompe, lo allunga, lo fa impazzire, lo trasforma in un oggetto vibratile. Lui è l’unico che crea tempi simultanei, paralleli, tempi che subito si possono incrociare, annodare, distruggere. Spirali di tempo. Lui è l’unico che mescola i tempi, che assegna loro ritmi vertiginosi, che li blocca. Lui è quello che soppesa la loro profondità, conosce il grado di coscienza degli esseri lanciati sulla lama delle ore. Lui è quello che, in un attimo, li lascia cader giù e poi gioca con le generazioni, le genealogie e le saghe. Lui è quello che cambia le ore in giorni e notti e anni e secoli. Guardalo bene! Se ne sta seduto impunemente al tavolino, scrive, la lampadina accesa. Lui è il narratore onnisciente, quello che deve morire adesso perché tu ed io lo stiamo per uccidere. Questa è l’unica cosa che non sa.
Juan Yanes, Tempus fugit
(Un'altra meraviglia tradotta dal blog Máquina de coser palabras)
Juan Yanes su Narcolessia delle giraffe
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