(28 ottobre 2008: manifestanti mostrano i loro portafogli davanti al Senato)
«(...) le spese correnti di Palazzo Madama, nel 2008, sono salite di quasi 13 milioni rispetto al 2007 per sfondare il tetto di 570 milioni e mezzo di euro. Un'enormità: un milione e 772.000 euro a senatore. (...)
Colpa di certe spese non facilmente comprensibili per un cittadino comune: 19.080 euro in sei mesi per noleggiare piante ornamentali, 8.200 euro per "calze e collant di servizio" (in soli tre mesi), 56.000 per "camicie di servizio" (sei mesi), 16.200 euro per "fornitura vestiario di servizio per motociclisti". Ma soprattutto dei nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti e dei 7.251.000 euro scuciti per pagare gli "assegni di solidarietà" ai senatori rimasti senza seggio. Come Clemente Mastella. Il cui "assegno di reinserimento nella vita sociale" (manco fosse un carcerato dimesso dalle patrie galere) scandalizzò anche Famiglia Cristiana che gli chiese di rinunciare a quei 307.328 euro e di darli in beneficenza. Sì, ciao: "La somma spetta per legge a tutti gli ex parlamentari". Fine.
Grazie alle vecchie regole, il "reinserimento nella vita sociale" di Armando Cossutta è costato 345.600 euro, quello di Alfredo Biondi 278.516, quello di Francesco D'Onofrio 240.100. Un pedaggio pagato, ovviamente, anche dalla Camera. Dove Angelo Sanza, per fare un esempio, ha trovato motivo di consolazione per l'addio a Montecitorio in un accredito bancario di 337.068 euro. Più una pensione mensile di 9.947 euro per dieci legislature. Pari a mezzo secolo di attività parlamentare. Teorici, si capisce: grazie alle continue elezioni anticipate, in realtà, di anni "onorevoli" ne aveva fatti quattordici di meno...»
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella, I costi della politica: più 100 milioni, tratto da La Casta, nuova edizione aggiornata («Corriere della Sera» del 12 novembre 2008 — il testo completo sul Corriere.it)
La nostra marmellata su Narcolessia delle giraffe
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