L'orologio segnò la mezzanotte. Lo scrittore si trovava in quello spazio, fra la veglia e il sonno, nel quale la realtà si increspa e si riavvolge. Tre colpi fecero tremare la porta. Il cigolio di cardini arrugginiti e poi una corrente d'aria gelida. La candela che illuminava lo scrittoio si spense. Nonostante l'oscurità, grazie all'abitudine, ripose la penna precisa dentro il calamaio senza esitazioni. Ascoltò i suoni della notte. Il fogliame degli alberi agitato dal vento. Le vibrazioni delle assi del pavimento. Un respiro pesante alle sue spalle. Il leggero slittare di un coltello affilato su per la sua giugulare. Il sangue che fuorusciva a fiotti a ogni battito del suo cuore... Che bella storia, pensò, se solo potessi mai scriverla!
José Vicente Ortuño, Medianoche 1
La prima delle orrorifiche — e ironiche — mezzanotti del valenciano José Vicente Ortuño (tradotta dal blog letterario Químicamente impuro di Sergio Gaut vel Hartman)
José Vicente Ortuño, Medianoche 1
La prima delle orrorifiche — e ironiche — mezzanotti del valenciano José Vicente Ortuño (tradotta dal blog letterario Químicamente impuro di Sergio Gaut vel Hartman)
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