lunedì

Il banchiere e l'immigrato (Noche de ronda)

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(Rembrandt, Artemisia riceve le ceneri di Mausolo, 1634 — Museo del Prado, Madrid)



Il falò del capitalismo

I politici sembrano dei drogati dell'economia, vogliono subito tornare a “sballare”

«… Adam Smith avrebbe applaudito al falò del capitalismo moderno. Il fuoco non brucia solo i titoli tossici, ma anche le istituzioni e i singoli individui che hanno contaminato l'economia, quelli che non hanno mai letto Smith e credevano che i beni immobili potessero creare ricchezza. Allora lasciamoli bruciare.

Ma un piano alternativo per uscire dalla crisi – in linea con la dottrina di Smith – non è stato neanche discusso. Questo perché quelli che dovrebbero spegnere il fuoco non sono pompieri professionisti, ma sono gli stessi bambini che fino a poco fa giocavano con i fiammiferi. Su entrambe le sponde dell'Atlantico i signori della deregulation, che ha messo in ginocchio il capitalismo moderno, presiedono le commissioni che dovrebbero affrontare la crisi.

Se continua così, la storia dell'economia metterà la stretta creditizia e la recessione tra le catastrofi provocate dall'uomo nel nuovo millennio. Non c'è molto tempo per evitare gli errori del 1929 che trasformarono una recessione nella grande depressione.»

19 febbraio 2009, Loretta Napoleoni per Internazionale.it (leggi tutto)



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(Rembrandt, David suona l'arpa davanti a Saul, c. 1656 — Mauritshuis, La Hague)



Mentre l’economia globale affonda, le tensioni verso l’immigrazione aumentano

«C
ontrariamente ad alcuni previsioni, la crisi economica globale non ha causato un significativo calo del tasso di immigrazione globale. Per la maggior parte dei poveri immigrati la spinta a scappare dalla terribile povertà e dai conflitti politici resta molto più forte che qualsiasi marginale cambiamento nella salute economica delle nazioni ricche che cercano di raggiungere. Una volta che gli immigrati arrivano, però, l’economia in tracollo gioca un ruolo crescente nelle loro sorti – non solo perché è difficile trovare lavoro, ma anche perché la popolazione locale è sempre più ostile alla loro presenza.

Dal sud dell’Europa e dell’Africa all’America Centrale e al centro della Cina, arriva un crescente numero di esempi sia di governi che di individui che sfogano le loro frustrazioni sugli stranieri. Prendiamo l’Italia. “Dobbiamo essere cattivi con i clandestini”, ha dichiarato questa settimana il Ministro dell’Interno italiano Roberto Maroni. Il tasso di disoccupazione in Italia è previsto in aumento al 8,2 % nel 2009, rispetto al 6,7 % dello scorso anno. La nazione, che vanta una linea costiera di 4.500 km, si trova anche in prima linea rispetto all’immigrazione africana in Europa. Circa 36.000 immigrati sono arrivati sulle coste italiane nel 2008, in aumento rispetto ai 22.000 dell’anno precedente, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. (Per dare la misura di quanto siano disperate le persone che cercano di arrivare in Italia, si noti che almeno in 525 sono morti nel tentativo.)…»

6 febbraio 2009, Jeff Disraeli per Time.com (leggi tutto l’articolo tradotto su Italiadallestero.info)



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(Rembrandt, La ronda di notte, 1642 — Rijksmuseum, Amsterdam)



Sicurezza fai da te: l’Italia delle ronde

«… C
entinaia di persone continuano a scendere per strada: girano di notte, torce e cellulari in mano, lo sguardo vigile. Uniti dal timore della criminalità straniera ci sono attempati signori, camicie verdi, comitati di quartiere, manipoli di amici. Una varietà umana che rivela un paese impaurito ma risoluto: l’Italia delle ronde. (…)

Servola, Trieste, sabato sera A riprova della pluriennale fedeltà alla Lega, Giorgio Marchesich, 54 anni, pelata lucida e parlantina fluida, tira fuori le tessere del Carroccio, a partire da quella del 1991. Quattro mesi fa ha fondato a Trieste i Volontari verdi: “Siamo i duri e puri del partito: seguiamo la corrente indipendentista di Mario Borghezio”. Beve un sorso di birra: “Vogliamo combattere la microcriminalità, ma il controllo del territorio è anche un atto di identità politica”. L’iniziativa però non è piaciuta né al sindaco, il forzista Roberto Dipiazza, né ai rappresentanti locali della Lega, che si sono subito dissociati. “I cani sciolti non sono apprezzati dai potentati” replica Marchesich. I Volontari verdi hanno escogitato le ronde in macchina. Ogni sera un paio di automobili girano per la città, come due volanti della polizia. La prima impresa, spiega Marchesich, è stata “derattizzare dai rom alcuni bar della periferia”. Senza violenza: solo spray al peperoncino e, in casi estremi, “qualche calcio nel sedere”. Giorgio Gherlanz, 49 anni, ristoratore, è un colosso con le basette lunghe e gli occhiali fumé: “Facciamo da deterrente. E funziona, perché siamo di sana, robusta e padana costituzione”. Accanto a lui Dario Dussi, 52 anni, annuisce ingrugnato. Di giorno lavora come amministrativo. Di sera veste in tenuta militare dalla testa ai piedi. “Non siamo tanto amati dalle forze dell’ordine” ammette “ma continueremo a vigilare: in questa città ci vogliono ordine e disciplina”.»

22 febbraio 2009, Antonio Rossetto per Panorama.it (leggi tutto)

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